Waisenhaus für Straßenkinder in Bukarest
Bau 2005
Das Haus konnte zum Teil mit Spendengeldern der Provinz Bozen, sowie der südtiroler Bevölkerung angekauft und saniert werden. Die Sanierungsarbeiten wurden von Elsa Wolfsgruber mit südtiroler Helfern durchgeführt. 2006 war das Haus dann für 30 Straßenkinder bezugsfähig.
Die Leitung der Struktur, sowie die gesamte Verwaltung wurde nach der Eröffnung vom Ehepaar, Lella und Giancarlo Vettori aus Treviso übernommen. Die Instandhaltungskosten des Gebäudes, sowie die Unterhaltskosten der dort lebenden 30 Straßenkinder, werden zum größten Teil von Spendengeldern der Bevölkerung aus Treviso und zum Teil auch von Spendengeldern der südtiroler Bevölkerung getragen.
Die 30 Kinder finden im Waisenhaus von „Kinder in Not“ ein liebevolles Zuhause und werden von der Ordensschwester Annamaria betreut. Schwester Annamaria ist auch die Direktorin der nahegelegenen staatlichen Grundschule. Alle Kinder gehen in den Kindergarten oder zur Schule. Die Größeren helfen auch bei verschiedensten Arbeiten im Haus, sowie bei der Betreuung der Kleineren mit. Wie auch in anderen privaten, sowie staatlichen Waisenhäusern Rumäniens müssen die Jugendlichen auch das Waisenhaus von „Kinder in Not“ nach Vollendung des 18. Lebensjahres verlassen und ihr Leben selbst in die Hand nehmen. Schwester Annamaria berichtet uns , sie erfährt selten, welchen Weg das Schicksal ihrer Schützlinge nach Verlassen des Waisenhauses genommen hat. Aufgrund der großen Arbeitslosigkeit und der Misstände in Rumänien sind die meisten Jugendlichen gezwungen ins Ausland zu gehen um nach einem besseren Leben zu suchen oder sie bleiben auf der Straße.Es wäre sehr notwendig die jungen Menschen nach Verlassen des Waisenhauses von einer Hilfsorganisation ein weiteres Stück zu begleiten und ihnen im eigenen Land Arbeit zu suchen oder sie beim Studium zu unterstützen.
L‘orfanotrofio per i bambini di strada di Bucarest
Edificato nel 2005, l’edificio è stato in parte acquistato e ristrutturato con le offerte ed i contributi della Provincia di Bolzano e della popolazione altoatesina. Le opere di risanamento sono state portate a termine a cura sella signora Elsa Wolfsgruber con il contributo di aiuti altoatesini. Nel 2006 l’istituto era pronto all’uso per 30 bambini di strada.
La direzione della struttura, così come l’intera amministrazione, è stata assunta dalla coppia formata da Lella e Giancarlo Vettori di Treviso. I costi di manutenzione dell’edificio, così come le spese di vitto ed alloggio dei 30 bambini di strada che vi hanno trovato riparo, vengono sostenuti in gran parte dalla popolazione di Treviso ed in parte anche grazie alle offerte della popolazione altoatesina.
I 30 bambini trovano nell’orfanotrofio di „Aiutiamo i bambini“ una casa amorevole e vengono assistiti da Suor Annamaria, che è anche la direttrice della scuola elementare situata nelle immediate vicinanze. Tutti i bambini frequentano l’asilo o la scuola. Quelli più grandi aiutano anche in casa a fare i più svariati lavori, così come ad accudire i più piccoli. Come anche in altri orfanatrofi privati ed anche statali della Romania, i ragazzi debbono abbandonare l’orfanatrofio di „Aiutiamo i bambini“ al compimento del 18° anno d‘età ed intraprendere un’esistenza autonoma. Suor Annamaria si rammarica del fatto che raramente viene a conoscenza del destino occorso ai suoi ragazzi dopo l’abbandono dell‘orfanatrofio. A causa dell’elevato tasso di disoccupazione e della grande miseria, la maggioranza dei giovani è costretta ad emigrare alla ricerca di una vita migliore o a rimanere in alternativa per strada. Sarebbe assolutamente necessario accompagnare queste giovani vite ancora per un poco dopo l’abbandono dell’orfanotrofio da parte di una organizzazione umanitaria, per trovare loro una occupazione nel proprio Paese o per supportarli nello studio.